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Area Anziani

AnzianiIl progressivo allungamento della vita media che ha caratterizzato gli ultimi decenni ha delle conseguenze sul tipo di interventi da mettere in atto in campo sanitario, assistenziale e, più in generale, sulle politiche di welfare.

La definizione del limite anagrafico di terza età viene annoverato a chi ha compiuto 65 anni di età. La persona anziana ha vari bisogni che vanno soddisfatti partendo da una rete assistenziale complessa ed articolata che affronta in maniera sistematica le problematiche di rilievo socio-relazionale, socio-assistenziale, culturale e sanitaria. Lo stato di salute della persona è determinato contemporaneamente da tre fattori quali: la salute fisica, il benessere socio-ambientale e quello psico-affettivo, che concorrono diversamente a determinare il benessere bio-psico-sociale. E’ quindi evidente che l’intervento sull’anziano deve muoversi contemporaneamente in molteplici direzioni.

 

L'ATS XIX cerca di:

  • sostenere tutti quegli anziani che, ancora attivi e motivati a sviluppare e spendere energie per sé e per gli altri, necessitano di aiuto e supporto per poter sviluppare pienamente le risorse di cui ancora dispongono.
  • dare risposte, in modo integrato tra vari tipi di servizi e ambiti, a coloro che per età, condizioni fisiche e relazionali si trovano in situazioni di difficoltà. In particolare mira a sostenere la famiglia e la domiciliarità evitando l'istituzionalizzazione.

Parlare di domiciliarità vuol dire pensare a strategie complesse, che riguardano la vita dell’anziano nella sua casa, nel suo quartiere, nella città, in grado di collegare la scelta di stare in casa propria alla possibilità di contare su legami sociali e sicurezza dell’abitare nel contesto di appartenenza. Domiciliarità è allora un processo di aiuto a domicilio che necessita, per la sua realizzazione, della disponibilità di molti soggetti: anziani, famiglie, operatori dei servizi, vicini, volontari, membri della comunità locale.

 

Per quanto riguarda gli anziani non autosufficienti esiste una rete integrata di servizi i quali elementi caratterizzanti sono:

  • l’accesso: grande cura è data all’informazione che consente al cittadino/utente l’accesso ai servizi, predisponendo ad hoc uffici/sportelli/servizi con compiti informativi e di indirizzo;
  • la personalizzazione dell’intervento attraverso una presa in carico globale, per definire sulla base di schede e valutazioni omogenee, il programma assistenziale personalizzato. Tale programma trova poi una sua concreta attuazione nel Piano assistenziale individualizzato (PAI) che rappresenta lo strumento di lavoro per l’assistenza all’anziano e che consente di pianificare l’intervento, in collaborazione con il servizio sanitario dell' Area Vasta 4.
  • i servizi, i quali vanno a comporre la rete, che devono garantire continuità assistenziale per il raggiungimento dei risultati di salute.

L'ATS XIX mira a sostenere una politica incentrata sul mantenimento della persona nel suo contesto ambientale in modo da evitare il più possibile la perdita delle relazioni interpersonali e sostenere la famiglia, se presente, nel percorso di cura e assistenza del componente familiare. Non sempre però la famiglia è in grado di affrontare individualmente le difficoltà legate alla cura della persona anziana non autosufficiente, sia dal punto di vista economico, sia per il peso-impegno che ne consegue. L’ATS XIX cerca di incrementare la rete dei servizi di solidarietà e del volontariato proprio per aiutare la persona fragile e la sua famiglia nel percorso di intervento e sostegno dell’anziano. Parallelamente si sono realizzati piani di intervento coordinato, tra le strutture semiresidenziali e residenziali per anziani, che permettano di rispondere in modo sempre più qualificato alle persone anziane sole e non autosufficienti.

 

 

Area Dipendenze Patologiche

Dipendenze_patologicheCon il termine “dipendenza” si indica la mancanza di capacità di controllare un impulso verso un oggetto o un comportamento. Si parla di dipendenza fisiologica per l’implicazione di processi fisiologici e l’insorgenza di sintomi di astinenza una volta sospesa l’assunzione; si parla di dipendenza psicologica invece in riferimento al legame che si viene a creare tra assuntore e sostanza, o tra giocatore e gioco, per le gratificazioni, le sensazioni che il comportamento fornisce al consumatore. Possiamo quindi distinguere le forme di dipendenza cosiddette classiche quali la tossicodipendenza o l’alcoldipendenza, dalle cosiddette nuove dipendenze, come il gioco d’azzardo patologico (gambling), il tabagismo, i disordini alimentari, la dipendenza alle relazioni, allo shopping, ad internet.

 

L'ATS XIX, in collaborazione al SER.D di Area Vasta 4, mira a:

 

  • consolidare una funzionale collaborazione tra agenzie educative e servizi del territorio rivolti alla fascia adolescenziale;

 

  • costruire un programma unitario e un percorso condiviso di:

 

- PREVENZIONE PRIMARIA ASPECIFICA per favorire percorsi di crescita e di conoscenza sviluppando interventi in campo culturale e sociale attraverso cui le nuove generazioni possano costruire il proprio futuro personale e professionale. Ampliare le occasioni d’incontro e ritrovo tra adolescenti con spazi, attrezzature e conoscenze. Sostenere le famiglie nell’esercizio delle capacità genitoriali soprattutto durante il faticoso processo evolutivo dei propri figli.


- PREVENZIONE SPECIFICA, per la promozione della salute e prevenzione di azioni a rischio, attuando un’informazione corretta e capillare sugli effetti nocivi dell’uso di droghe e/o sull’adozione di comportamenti di dipendenza e antisociali al fine di aumentare i livelli di conoscenza riguardo la gestione della propria salute offrendo anche spazi di accompagnamento e di sostegno per situazioni di difficoltà e di disagio.

 

 

 

Area Disabili

DisabiliLa legge quadro 104 del 1992 all’art.3 definisce la persona con handicap colui che presenta una minorazione fisica, psichica, sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione. L’OMS nel 2001 ha introdotto l’ICF, classificazione internazionale del funzionamento della disabilità e della salute, come strumento per misurare e classificare salute e disabilità. Questo strumento prende in considerazione, oltre che il corpo, la persona stessa ed il contesto dov’è inserita, valorizzando quindi il soggetto con i suoi problemi e limitazioni, ma anche risorse, e andando a vedere come il contesto sociale influisce positivamente o meno sul suo stato e sulle opportunità di partecipazione e integrazione.

Gli accertamenti relativi alla  minorazione,  alle  difficolta', alla  necessita'  dell'intervento  assistenziale  permanente  e  alla capacita' complessiva individuale residua sono effettuati dalle unita' sanitarie locali mediante le commissioni mediche.

 

In riferimento all'art. 14 della L. 328/00, la presa in carico è  multidisciplinare, in quanto nella disabilità si intrecciano vari aspetti: biologici, psicologici, sociali, assistenziali e familiari. È necessario che ci sia un efficace lavoro di equipe e di rete tra varie professionalità e istituzioni per la definizione di un progetto integrato e individualizzato, che deve essere concordato e approvato dalla persona interessata, se nelle condizioni di farlo, e dalla famiglia.

 

Per realizzare la piena integrazione socio-sanitaria della persona disabile, l'ATS XIX d'intesa con l'Area Vasta 4 (UMEE-UMEA) predispone un progetto individuale con lo scopo di:

  • garantire l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti dei portatori di handicap;
  • prevenire e rimuovere le condizioni invalidanti che ostacolano il pieno sviluppo della persona;
  • realizzare la massima autonomia, i diritti civili, politici e patrimoniali del disabile;
  • promuovere la piena integrazione scolastica, lavorativa e sociale dei disabili.

 

L'ATS XIX mira a garantire dignità, libertà e autodeterminazione del soggetto disabile, riconoscendo la centralità della persona in ogni intervento e la capacità di scelta autonoma e indipendente dell'individuo.

 

Area Famiglia e Minori

Area_famiglia_e_minoriQuando ci si occupa di rete dei servizi per i minori, non si può non prendere in considerazione la rete dei servizi per le famiglie. I minori, in ragione di una loro non ancora raggiunta autonomia, sono destinatari di politiche sociali, educative, sanitarie che hanno cercato di definire servizi e interventi atti a garantire loro i diritti sociali (alla salute, all’educazione, a una buona qualità della vita). Predisporre azioni e interventi per lo sviluppo psicofisico di bambini e ragazzi implica necessariamente pensare alla famiglia in quanto loro luogo naturale di crescita e sviluppo e sostenerla nelle funzioni genitoriali, ossia nella capacità di affiancare e promuovere la crescita delle nuove generazioni integrando e colloquiando con la scuola, il contesto sociale, i media.

Le politiche giovanili ed il quadro normativo sviluppatosi in questi ultimi anni, in particolare,con la Legge 285/97, successivamente con la Legge 328/00 ed infine con la Legge Regionale 9/03, hanno offerto strumenti specifici per rispondere in modo concreto ai bisogni della collettività, con azioni e servizi a favore della persona, della famiglia, della comunità locale che si realizzano attraverso una programmazione condivisa da tutti gli attori sociali, educativi, culturali e sanitari del territorio in un sistema integrato pubblico-privato.

 

L'ATS XIX, interviene a sostegno dei minori operando nelle situazioni in cui la famiglia non è in grado di occuparsi della crescita dei figli attraverso trattamenti economici volti al sostegno della famiglia nel suo complesso o dei minori in particolare. Inoltre in collaborazione con il Consultorio Familiare dell'Area Vasta 4, sono offerti sostegni di tipo psicologico alla famiglia o ai minori soprattutto nelle situazioni multiproblematiche in cui si sommano, oltre a difficoltà di tipo economico, anche fragilità psicologiche dei genitori, deficit di tipo sanitario, rapporti familiari conflittuali. Per perseguire tale obiettivo il lavoro è innanzitutto finalizzato al potenziamento delle risorse familiari, affinché il nucleo che si trova in uno stato di difficoltà, possa recuperare le sue funzioni educative, affettive e genitoriali, al fine di favorire la permanenza del minore presso la famiglia di origine.

 

L'ATS XIX si occupa anche, in collaborazione con le Autorità giudiziarie preposte, con funzioni di valutazione, diagnosi e proposta, della presa in carico di quei minori per cui si rende necessaria la predisposizione di percorsi che prevedono l’adozione o l’allontanamento della famiglia di origine mediante affidamento in strutture o presso la famiglie.

 

Area Immigrati e Nomadi

Immigrati_e_nomadiLe politiche di immigrazione sono quelle che stabiliscono le condizioni di ingresso e soggiorno negli Stati e, all’opposto, le procedure di espulsione e di allontanamento. Le politiche per gli immigrati invece sono quelle rivolte a coloro che sono stati ammessi a risiedere sul territorio e riguardanti l’accesso ai servizi e ai diritti civili, politici e sociali. Nei livelli territoriali locali ci si occupa di:

  • Servizi sociali e servizi socio-educativi;
  • Percorsi di inserimento e integrazione;
  • Progetti per la comunicazione interculturale;
  • Tutela dei minori non accompagnati;
  • Accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo.

 

L'ATS XIX ha realizzato interventi a favore degli immigrati residenti, quali
sportelli informativi per immigrati, integrazione e sostegno linguisticonelle scuole dell'obbligo, progetti d'integrazione culturale, interventi di sostegno per l'abitazione, centri di prima e seconda accoglienza, valorizzazione della progettualità delle associazioni di immigrati per favorire l'incontro tra le associazioni e per sostenere iniziative interculturali, promozione di politiche abitative, tutela del lavoro domestico delle “badanti” attraverso la formazione specifica e l'istituzione di un apposito elenco di operatrici domestiche adeguatamente formate.

 

Ulteriori iniziative di solidarietà vengono svolte da diverse associazioni di volontariato, che si attivano per la distribuzione su tutto il territorio di pacchi alimentari e prodotti farmaceutici e guardaroba proprio a fronte di situazioni di assistenza primaria che si verificano sul territorio. Il Centro territoriale di educazione degli adulti (CPIA) con sede a Fermo, oltre che offrire formazione agli adulti in genere, si occupa dell’offerta di corsi di lingua italiana per immigrati dislocando nelle zone territoriali più pertinenti le attività di formazione.

 

L'ATS XIX mira a favorire e implementare la capacità delle persone che giungono nel nostro paese di utilizzare i servizi, cercando di superare le barriere culturali, legali e burocratico-amministrative che rendono problematico l’accesso al sistema di welfare. Il servizio sociale professionale interviene a favore delle persone straniere sia all’interno di servizi aspecifici, quelli cioè organizzati per settori e territoriali ai quali gli immigrati accedono godendo dei diritti di cittadinanza, secondo le norme che regolano il loro soggiorno in Italia, sia all’interno di strutture finalizzate a creare le condizioni per un iniziale inserimento attraverso un’azione di informazione, orientamento e consulenza alla persona e attivando una mediazione culturale nelle istituzioni.

 

Per i senza fissa dimora la Legge 328/00 individua nei Comuni i soggetti che hanno l’obbligo di provvedere al ricovero stabile presso strutture residenziali di tutti coloro che si trovano in situazioni

di grave disagio, imputando i costi all’ente locale nel quale essi hanno la residenza prima del ricovero. I servizi a favore delle persone senza fissa dimora sono generalmente gestiti da associazioni del privato sociale che promuovono e organizzano i Centri di prima e di seconda accoglienza, i centri di ascolto, le mense, i servizi doccia, i centri di distribuzione vestiario e beni di

prima necessità.

 

Area Povertà e Disagio Adulto

PovertA__e_disagio_adultoIl settore che riguarda le politiche e gli interventi per contrastare la povertà e il disagio adulto è molto ampio ed eterogeneo. La questione povertà richiede un complesso insieme di interventi e azioni da porre in atto per contrastarla trattandosi di un fenomeno multifattoriale. Per evitare che un individuo già deprivato precipiti in situazioni di totale indigenza è necessario agire su più fronti: casa, lavoro, sostegno psicologico e sanitario, scolarizzazione e professionalizzazione, rete relazionale. Con il termine "disagio sociale adulto", invece, ci si riferisce a condizioni di solitudine, isolamento, problematiche relazionali, borderline, derivanti non solamente da una patologia specifica, ma da deficit di tipo sociale, problematiche di cui sono sempre più spesso portatori soggetti adulti.

 

La legge quadro 328/00 ha tentato di sistematizzare e offrire indicazioni rispetto agli interventi da attuare, mediante finanziamenti ad hoc al fine di contrastare il disagio sociale adulto; in particolare si prevedono interventi urgenti per le situazioni di povertà estrema e per la lotta all’esclusione sociale.

Gli interventi attuati per favorire l’inclusione sociale di adulti in difficoltà sono raggruppabili nelle seguenti aree:

  • sostegno economico
  • accoglienza abitativa
  • fornitura di beni di prima necessità
  • lavoro
  • promozione e riduzione del danno.

 

L’ATS XIX nella realizzazione del sistema integrato degli interventi e servizi sociali a favore degli adulti ha messo in rete degli sportelli e dei servizi socio-sanitari, che a vario titolo, si adoperano per creare condizioni d’inclusione sociale pìù favorevoli nel territorio. L’obiettivo è quello di individuare, attraverso una concertazione partecipata tra tutti gli attori sociali coinvolti, pubblici e privati, soluzioni in relazione alle diverse tipologie di bisogni emergenti.

Vengono perciò attuati vari interventi di:

  • prevenzione, tramite attività informativa e formativa;
  • sensibilizzazione;
  • segretariato sociale;
  • sostegno all’inclusione sociale, tramite orientamento, accompagnamento al lavoro e formazione professionale.

 

È da evidenziare l’impegno dell’ATS XIX nel lavoro di messa a sistema degli interventi e prestazioni erogati dai comuni, sviluppando una funzione di supporto e supervisione, cercando di rendere omogenee su tutto il territorio le modalità ed i criteri per l’erogazione di alcune prestazioni essenziali.

 

A seguito dell’attuazione di un Protocollo d’Intesa tra Regione Marche e Ministero della Giustizia in materia penitenziaria e post-penitenziaria in questo Ambito territoriale dove è presente una Casa di Reclusione, è stato avanzato un progetto di promozione e sostegno destinato ad adulti sottoposti a misure restrittive della libertà, finalizzato a favorire attività di formazione, di rieducazione, d’integrazione sociale e lavorativa degli stessi.

 

Area Salute Mentale

Salute_mentaleLa terminologia “malattia mentale” attiene a un insieme eterogeneo di patologie che mettono in relazione una serie di segni e sintomi che compromettono significativamente sia il modo di pensare, sia la sfera emotiva, sia pure le relazioni sociali. L'origine multifattoriale e la sempre maggiore frequenza di disturbi psichici rendono inefficace qualunque strategia tesa ad affrontare il problema sulla base dei soli interventi di carattere sanitario.

 

In riferimento all'art .14 della L. 328/00, l’ATS XIX, in collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale dell'Area Vasta 4, ha implementato strategie nuove coinvolgendo nel processo una pluralità di soggetti sociali quali: la famiglia, gli Enti Locali, la scuola, le associazioni del terzo settore e la comunità.

A differenza di altre malattie o handicap fisico, la malattia mentale, oltre ad investire direttamente la persona che vive il problema e la sua famiglia, produce nella società degli atteggiamenti di chiusura e pregiudizi dovuti essenzialmente alla non conoscenza della malattia, non favorendo quindi il reinserimento sociale di chi vive direttamente il problema.

 

L'ATS XIX mira alla soddisfazione dei principi generali di lotta all’emarginazione, partecipazione, centralità del territorio. Gli obiettivi prioritari riguardano principalmente la prevenzione primaria, secondaria e terziaria:

  • evitare l’insorgenza della patologia psichiatrica;
  • evitare l’ampliarsi della nuova cronicità e il ricorso all’istituzionalizzazione;
  • costruire un sistema di supporto per le famiglie tramite l’attivazione di risorse esistenti valorizzando la famiglia stessa.

 

 

Promozione Sociale e Comunitaria

Promozione_sociale_e_comunitaria_3Le attività e gli interventi che l'ATS XIX intende sviluppare per promuovere una maggiore integrazione sociale e comunitaria si espletano in:

  • realizzare la raccolta di dati e informazioni quantitativo/qualitative sulle varie aree di intervento;
  • supportare le politiche di governo, organizzando seminari, convegni, momenti di incontro e scambio di esperienze su vari temi per favorire il percorso di inclusione sociale;
  • ricercare forme di collaborazione con altre istituzioni e con organismi di studio e ricerca;
  • dare impulso all'innovazione degli interventi sociali attraverso progetti sperimentali e alla estensione di buone pratiche esistenti nazionali e/o internazionali;
  • avviare forme diverse di comunicazione utilizzando i media disponibili per favorire un rapporto interattivo con i Settori dell'Amministrazione comunale, con le altre Istituzioni, con il Privato Sociale e con la Cittadinanza.

 

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